disegno di Elena Simonato
Li' cjampanis, in dopli, cui anzui, ni cjanti la gloria, favelin di pas.
Nelso Tracanelli
Questa nostalgica espressione di Tracanelli richiama alla mente l'elemento più ricorrente forse, del nostro paesaggio e più in generale, dell'Italia: i campanili.
Questa nostalgica espressione di Tracanelli richiama alla mente l'elemento più ricorrente forse, del nostro paesaggio e più in generale, dell'Italia: i campanili.
Componente fondamentale del panorama, ed elemento necessario e insostituibile della vita religiosa e della collettività nei secoli passati, e anche del presente, quando le campane servivano a comunicare, avvisare, chiamare a raccolta, segnalare emergenze e pericoli o un addio alla vita, il campanile è inspiegabilmente assente nella letteratura della "bassa". Non risulta particolarmente descritto anche nella letteratura nazionale, salvo eccezioni (la "chiesa da Polenta" del Carducci).
Che si tratti di una dimenticanza ingiustificata appare non solo dalle accennate funzioni "sociali" indispensabili nel passato, cui si deve aggiungere quella altrettanto necessaria di indicar l'ora alla collettività ma anche per la sua presenza caratterizzante e qualificante: il campanile preannuncia la presenza di un centro abitato, di un luogo di preghiera e di raccolta, di una comunità, e segna tuttora un punto di riferimento, un "centro" tangibile, un perno, attorno al quale si sviluppa l'attività umana.
Anche nella nostra frettolosa e agitata civiltà delle macchine, quando si percorre una strada, al di la di un dosso, di una curva, o dietro un argine, si prova un sentimento di sicurezza veder apparire il campanile ad annunciare il suo messaggio, a testimoniare una presenza, attuale o remota che sia.
Ma vi è anche per ogni campanile un significato, o più significati (religioso - storico - artistici) facilmente intuibili, che è gradito indagare e scoprire, in chiave di lettura decisamente personalizzata entro il suo contesto ambientale.
Ritengo pertanto interessante e opportuno, ed anche doveroso, ricordare uno per uno i campanili della bassa tilaventina.
Ritengo pertanto interessante e opportuno, ed anche doveroso, ricordare uno per uno i campanili della bassa tilaventina.
Iniziamo col campanile di Pertegada.
Iginio Frisoni
Campanile di: | PERTEGADA fraz. di LATISANA |
Chiesa di: | INTITOLATA A SANT'AGATA già esistente nel 1740 |
Posizione: | ISOLATA DALLA CHIESA VECCHIA - VICINO ALL'ARGINE |
Stile: | VENEZIANO RUSTICO |
Caratteristiche Architettoniche: | BASAMENTO RASTREMATO - LESENE AGLI SPIGOLI FERITOIE PER ILLUMINAZIONE SCALA - CELLA CAMPANARIA CON MONOFORE CON ARCO A TUTTO SESTO CUSPIDE OGIVALE IN RAME - CROCE |
Misure Tecniche: | 4,05 x 4,05 x 28,65 m - SCALINI 84 PIOLI IN LEGNO |
Materiali: | MATTONI A VISTA |
Campane: | 1) SPIRITO SANTO 421 Kg 2) SAN ANTONIO 285 Kg 3) BEATA VERGINE 190 Kg CON BASSORILIEVI |
Informazioni fornite da Don Carlo Fant 03/03/1986 |
Sito Associazione Campanari: ♪ ♫ ♪ ♫ ♪ ♫ ♪ ♫ ♪ ♫ ♪ ♫
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